I consigli della Tata – MammeUp https://www.mammeup.it Tutto per le mamme 2.0 Wed, 30 Sep 2020 15:32:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 Mangia pannolini: consigli utili e guida all’acquisto https://www.mammeup.it/mangia-pannolini-consigli-utili-e-guida-allacquisto/ https://www.mammeup.it/mangia-pannolini-consigli-utili-e-guida-allacquisto/#respond Wed, 15 Jan 2020 09:00:50 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36741 Avete mai pensato a come smaltire i pannolini dei vostri bambini? Anche considerando l’alto numero di questi rifiuti è un problema importante da affrontare. Un problema che ha una precisa soluzione: il mangia pannolini. Come indica chiaramente il nome, si tratta di un dispositivo utilissimo per gestire i pannolini dei bambini. L’avvento della raccolta differenziata […]

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Avete mai pensato a come smaltire i pannolini dei vostri bambini? Anche considerando l’alto numero di questi rifiuti è un problema importante da affrontare. Un problema che ha una precisa soluzione: il mangia pannolini. Come indica chiaramente il nome, si tratta di un dispositivo utilissimo per gestire i pannolini dei bambini. L’avvento della raccolta differenziata e la necessità di tenere pulita e in ordine la propria abitazione richiede di trovare delle soluzioni efficienti per questo particolare tipo di rifiuti.

Come funzionano i mangia pannolini

I mangia pannolini possono essere sia per gli anziani che per i bambini, garantendo lo stesso tipo di utilità. Sinteticamente possiamo dire che i mangia pannolini sono dei contenitori all’interno dei quali riporre i pannolini sporchi per proteggersi dai cattivi odori e per gestire in maniera corretta questi rifiuti. I mangiapannolini funzionano grazie a una particolare tecnologia che permette di sigillare i pannolini inseriti e di poterli smaltire in maniera igienica, pratica e sicura.

Come scegliere i mangia pannolini

Ma quali sono le caratteristiche tecniche da valutare nella scelta e nell’acquisto dei mangia pannolini? Gli elementi da valutare sono:

  • tipologia;
  • filtri;
  • capienza;
  • imballaggio pannolini;
  • ricariche.

Tipologia

Non tutti i mangia pannolini sono uguali, quindi è bene prestare massima attenzione per non sbagliare l’acquisto. Esistono infatti dei semplici contenitori con un tappo che non svolgono la funzione di imballaggio. Per quanto costino meno la tecnologia impiegata è diversa e meno specifica. Inoltre bisogna anche considerare il tipo di rivestimento (che incide sia sulla resistenza del dispositivo che sulla capacità di isolamento). La tecnologia impiegata determina non solo la riduzione dei cattivi odori, ma anche l’efficienza nell’evitare che nell’ambiente si diffondano germi e batteri.

Filtri

I mangia pannolini di fascia alta integrano anche di filtri dell’aria, con l’obiettivo di isolare i cattivi odori. L’isolamento può avvenire o tramite questi filtri o con un livello maggiore di strati di rivestimento della struttura; l’aspetto importante da valutare è il livello di efficienza.

Capienza

Un aspetto fondamentale nella scelta del modello di mangia pannolini da acquistare è, ovviamente, la capienza. Anche in base al numero di bambini piccoli che si hanno in casa, la quantità di pannolini che questo speciale secchio può contenere è un elemento decisivo per fare una valutazione corretta e adeguata. Bisogna dire che in commercio esistono modelli che vanno dai 10 ai 200 pannolini. Ovviamente la maggiore capienza incide anche sui prezzi dei mangia pannolini. Inoltre è bene sottolineare come questa “unità di misura” faccia riferimento ai pannolini di taglia zero; quelli generalmente utilizzati solo nei primi mesi di vita del bambino.

Imballaggio

Come avviene l’imballaggio dei pannolini sporchi inseriti all’interno del mangia pannolini? Esso può essere o manuale (manopola) o automatico (stantuffo). La differenza sta nell’automazione dello smaltimento del pannolino, della velocità, della sicurezza e dell’igiene. Il sistema a stantuffo, infatti, evita di dover infilare le mani all’interno del contenitore velocizzando le varie operazioni.

Ricariche

L’ultimo aspetto riguarda la ricarica del mangia pannolini. I speciali sacchetti utilizzati e che permettono di imballare al meglio i pannolini inseriti devono essere sostituiti. Oltre a capire la facilità o meno di come si ricarica il mangia pannolini è bene anche valutare la presenza dei ricambi originali o compatibili. Per evitare di rimanere senza ricariche e avere il mangia pannolini inutilizzabile.

3 migliori modelli di mangia pannolini

Foppapedretti Maialino

Foppapedretti Maialino
Foppapedretti Maialino

Un primo modello di mangia pannolini da prendere in considerazione è il Foppapedretti Maialino. Parliamo di un bidone compatto, dal design curato, che si aziona manualmente e funziona tramite una barriera a ossigeno. Il Foppapedretti Maialino può contenere fino a 20 pannolini, è dotato di pellicola antibatterica e del filtro aria. Semplice da utilizzare e da svuotare, è una soluzione interessante anche per il prezzo molto competitivo.

Diaper Champ

Diaper Champ
Diaper Champ

Un dispositivo leggero, pratico e molto capiente (fino a 30 pannolini) è il Diaper Champ. Parliamo di un mangiapannolini che ha un meccanismo di funzionamento a manopola. Tra le caratteristiche tecniche di maggior interesse di questo modello è la presenza degli strati di rivestimento e della possibilità di utilizzare i sacchetti universali come ricarica.

Tommee Tippee Sangenic Tec

Tommee Tippee Sangenic Tec
Tommee Tippee Sangenic Tec

L’ultimo modello che prendiamo in esame e che consigliamo è il Tommee Tippee Sangenic Tec. In questo caso abbiamo un dispositivo con un doppio meccanismo di funzionamento (a stantuffo e manopola) che lo rende estremamente pratico. Inoltre è dotato anche di un taglierino che permette di tagliare la pellicola e di rendere più semplice l’utilizzo. Da non sottovalutare la presenza della pellicola antibatterica e di diversi strati di rivestimento.

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Nonni in casa: una risorsa o un problema? https://www.mammeup.it/nonni-in-casa-una-risorsa-o-un-problema/ https://www.mammeup.it/nonni-in-casa-una-risorsa-o-un-problema/#respond Fri, 08 Nov 2019 09:00:21 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36691 Quante famiglie si ritrovano ad avere dei nonni in casa? Il più delle volte tale situazione è figlia della necessità, tanto che essa per molti costituisce più un problema che una risorsa. Se è vero che con il passare degli anni i figli recuperano il rapporto con i propri genitori, è altrettanto vero che con […]

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Quante famiglie si ritrovano ad avere dei nonni in casa? Il più delle volte tale situazione è figlia della necessità, tanto che essa per molti costituisce più un problema che una risorsa. Se è vero che con il passare degli anni i figli recuperano il rapporto con i propri genitori, è altrettanto vero che con l’avvento dei figli dei figli (i nipoti) cambiano le dinamiche e possono sopraggiungere nuovi problemi. Vediamo quindi quali sono i pro e i contro di avere i nonni in casa, analizzando le varie sfaccettature di un fenomeno complesso e trasversale.

Genitori non solo propri

Il primo aspetto da considerare quando si parla di nonni in casa è che la loro presenza, nel bene o nel male, cambia gli equilibri della famiglia. Questo avviene anche perché essi sono sì nonni, ma sono anche genitori. Ma lo sono solo di uno dei due coniugi. Per quanto possa apparire ovvio e banale, tale dato è uno di quelli che maggiormente crea divisioni e tensioni nelle famiglie. L’assistenza agli anziani è sicuramente un grande merito, ma non bisogna sottovalutare le difficoltà. Anche e soprattutto in tutti quei casi in cui tale convivenza non è voluta ma “subita” (ovvero non si hanno alternative), è fondamentale per il bene di tutti, non ignorare le criticità che è normale che ci siano.

Le difficoltà

Partiamo proprio da qui. Oltre ai mutamenti degli equilibri familiari di cui abbiamo detto, la convivenza con i nonni in casa è difficoltosa soprattutto perché si tratta di assistere persone spesso in difficoltà. Che siano fisiche o mentali, bisogna adeguare i propri ritmi a quelli degli anziani. Anche e soprattutto quando il loro arrivo è improvviso è doveroso avere grande pazienza e tentare fin da subito a stabilire regole chiare. Il problema maggiore, infatti, è nei confronti dei bambini. Per loro sono i nonni ed è un rapporto diverso rispetto a quello dei genitori. I nonni devono fare i nonni senza sostituire i genitori. Il loro aiuto può essere molto prezioso, come vedremo, ma non deve costituire un pericolo per la crescita dei bambini e l’autorevolezza dei genitori. Altro discorso è quando i nonni hanno bisogno di assistenza fisica e sanitaria. Molto dipende dall’età del bambino, ma è bene che egli passi del tempo con i propri nonni; sarà un ricordo fondamentale per il loro futuro.

I vantaggi

Molti si fermano alle difficoltà e ignorano i grandi vantaggi della presenza dei nonni in casa. Non che si tratti di sfruttarli, ma la convivenza può essere benefica per tutti. Per i nipoti innanzitutto, che avranno un amore incondizionato da parte dei propri nonni, ma anche per gli anziani stessi che potranno non sentirsi inutili e abbandonati e avranno modo di trascorrere serenamente questa fase della loro vita.

Un aiuto fondamentale dato dall’avere i nonni in casa è quello, quando ci sono le condizioni, di superare il problema dell’iscrizione agli asili nido. I nonni possono crescere i bambini e sollevare i genitori da un’importante spesa economica (anche potendo contare sul bonus nonni) e permettere di crescere con i propri familiari e non con degli estranei.

La presenza dei nonni in casa, se correttamente impostata e gestita, può essere benefica per tutta la famiglia, potendo condividere insieme momenti importanti che saranno fonte di meravigliosi e commoventi ricordi.

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Paura del buio: come tranquillizzare i bambini https://www.mammeup.it/paura-del-buio-come-tranquillizzare-i-bambini/ https://www.mammeup.it/paura-del-buio-come-tranquillizzare-i-bambini/#respond Fri, 25 Oct 2019 08:00:12 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36684 La crescita di un bambino passa anche dal superamento di alcune paure. Tra quelle più diffuse c’è sicuramente la paura del buio, una di quelle cause che porta spesso il bambino a non dormire o non riuscire a farlo serenamente. Per evitare che la paura del buio diventi una fobia è bene comprenderne le cause […]

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La crescita di un bambino passa anche dal superamento di alcune paure. Tra quelle più diffuse c’è sicuramente la paura del buio, una di quelle cause che porta spesso il bambino a non dormire o non riuscire a farlo serenamente. Per evitare che la paura del buio diventi una fobia è bene comprenderne le cause e quali sono le strategie da mettere in atto per tranquillizzare il bambino e aiutarlo ad affrontare le paure che lo angosciano, a partire proprio da quella del buio.

Chi ha paura del buio

La paura è un sentimento normale negli esseri umani (e non solo) ed indica la percezione di un pericolo. Si ha paura di ciò che non si conosce e che si teme possa essere nocivo e lesivo per la propria persona. Il problema, come insegnano gli psicologi, non è la paura in sé (la sua assenza significherebbe essere degli sprovveduti), ma la sua gestione. La paura del buio è una di quelle più diffuse e tra le prime a manifestarsi (intorno ai due-tre anni) proprio perché ben riassume il timore di ciò che non si conosce. Nella paura del buio non è l’oscurità a rendere il bambino spaventato, ma ciò che essa rappresenta nella sua immaginazione. Il non vedere i genitori o l’idea che sotto il letto o nell’armadio possano nascondersi dei mostri o dei fantasmi, rende i bambini più timorosi e fragili.

Le cause

Possono essere diverse le cause che determinano il nascere della paura del buio ma anche negli adulti, anche perché queste trovano terreno fertile nell’immaginazione dei bambini. Ci sono però delle situazioni che favoriscono lo sviluppo di questo tipo di timore. Guardare alcuni programmi televisivi, leggere racconti e libri a tema horror, streghe o mostri prima di andare a dormire, può spaventare il bambino al punto di portarlo ad aver paura del buio. Inoltre ci sono anche problemi legati all’educazione. Per molto tempo (e alcuni strascichi ci sono ancora oggi) molti genitori (ma anche i nonni) cercavano di ottenere l’attenzione dei bambini e un loro comportamento adeguato minacciandoli che “se non avessero fatto i bravi”, sarebbe arrivato “l’uomo nero” o qualche altro personaggio spaventoso. In queste condizioni è normale che il bambino piccolo sia terrorizzato e abbia paura del buio.

I rimedi

Cosa fare, quindi, quando i bambini hanno paura del buio? Innanzitutto evitare le cause che abbiamo appena esposto. La seconda cosa da fare per contrastare la paura del buio nei bambini è di non sottovalutare o irridere il fenomeno. Le paure dei bambini sono cose serie e come tali vanno affrontate. Il modo migliore per farlo è parlare con loro, facendosi raccontare ciò che li spaventa e i sogni che fanno; può essere l’occasione ideale anche per individuare la presenza di eventuali problemi all’asilo nido o a scuola.

I genitori non devono far sentire sbagliato il proprio figlio, ma rassicurarlo e aiutarlo a capire che non ci sono pericoli per lui. Nei primi anni di vita può essere utile anche tranquillizzare il bambino lasciando una piccola luce accesa o permettergli di portare nel suo letto un peluche o un giocattolo che ama particolarmente.

Una strategia vincente è quella di sfruttare il buio per sollecitare la fantasia del bambino e insegnargli a non averne paura. Per farlo si possono raccontare fiabe prima di metterli a dormire (magari quando sono già a letto), così come inventare delle storie interattive con alcuni giochi da fare al buio o con una torcia. In questo modo il bambino non avrà paura dell’oscurità, riposerà tranquillamente e permetterà anche ai suoi genitori di dormire serenamente senza essere svegliati nel cuore della notte.

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I migliori zaini per la scuola: consigli utili per tutte le età https://www.mammeup.it/i-migliori-zaini-per-la-scuola-consigli-utili-per-tutte-le-eta/ https://www.mammeup.it/i-migliori-zaini-per-la-scuola-consigli-utili-per-tutte-le-eta/#respond Wed, 11 Sep 2019 08:00:05 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36593 Il ritorno a scuola è sempre più imminente e uno degli aspetti da affrontare è quello dello zaino. Sia per i bambini che sono al primo anno di scuola elementare sia a quelli più grandi che iniziano le medie o le scuole superiori, lo zaino è uno di quegli accessori che ogni studente deve avere. […]

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Il ritorno a scuola è sempre più imminente e uno degli aspetti da affrontare è quello dello zaino. Sia per i bambini che sono al primo anno di scuola elementare sia a quelli più grandi che iniziano le medie o le scuole superiori, lo zaino è uno di quegli accessori che ogni studente deve avere. Dato che lo accompagnerà per diversi anni è bene scegliere tra i migliori zaini per la scuola. La scelta deve essere sviluppata sull’età del bambino, su ciò che dovrà trasportare e, ovviamente, anche sui suoi gusti personali. Così come abbiamo fatto per gli zaini multifunzione per le mamme vediamo innanzitutto quali sono le caratteristiche tecniche degli zaini per la scuola e successivamente quali sono i migliori modelli attualmente disponibili sul mercato.

Come scegliere gli zaini per la scuola

  • capienza e peso;
  • tasche e scompartimenti;
  • trasportabilità;
  • design.

Capienza e peso

È probabilmente l’aspetto principale nella scelta degli zaini per la scuola, anche perché incide notevolmente sulla salute e la postura dei bambini. Questo è un fenomeno di cui regolarmente si discute e che è stato affrontato con l’introduzione degli zainetti trolley che permettono di trascinare il peso mentre si va a scuola, invece di caricarlo sulle spalle. Nella scelta del modello di zaino va tenuto principalmente conto di quale scuola fa vostro figlio. I bambini più piccoli solitamente portano meno accessori a scuola (magari un capo d’abbigliamento di ricambio) e la capienza dello zaino può essere ridotta. Minore è la capienza minore è il peso sia dello zaino che della quantità di oggetti che è possibile inserire all’interno delle tasche. Per i ragazzi delle scuole medie e superiori gli zaini richiedono più spazio in quanto hanno più materie nella stessa giornata e, di conseguenza, un numero maggiore di libri, quaderni e dizionari.

Tasche e scompartimenti

L’altro elemento da tenere in considerazione è il numero delle tasche e degli scompartimenti. Generalmente gli zaini hanno due tasche interne e due esterne, nelle quali inserire sia gli articoli più voluminosi (libri e quaderni) che quelli meno ingombranti (astucci, merenda, eccetera). È bene avere diversi scompartimenti sia per una questione di organizzazione degli spazi che per poter separare tipologie di oggetti. Quando ad esempio i bambini vanno in gita è bene che le cose da mangiare e da bere siano separate dai vestiti o dai quaderni, per evitare che possano entrare in contatto.

Trasportabilità

Lo abbiamo anticipato parlando del peso: non tutti gli zaini hanno gli spallacci o la maniglia per essere trasportati. Avere una maggiore possibilità di scelta permette di differenziare il metodo di trasporto, ridurre il peso sulla schiena e riuscire a non incidere negativamente sulla propria salute. Questo è un aspetto fondamentale su cui i genitori devono vigilare molto. Soprattutto quando crescono c’è la tendenza di portare lo zaino su una sola spalla, in quanto più giovanile e socialmente accettato. Questa cattiva abitudine ha risvolti critici sulla postura e sulla salute della schiena. Se per i bambini più piccoli sono i genitori stessi che si occupano della preparazione degli zaini per la scuola, per i più grandi è sempre bene controllare, evitando che si portino sempre troppe cose dietro. In questi casi è sufficiente anche un po’ di organizzazione: o chiedendo a maestri e professori di trovare soluzioni alternative o di dividersi le cose tra compagni di classe, in modo da non affaticare inutilmente la vita dei propri figli.

Design

Infine, ma molto più importante di quanto si possa immaginare, l’aspetto estetico. Gli zaini per la scuola sono, sia per i bambini che per i ragazzi, un elemento importante della propria identità e del proprio stile. Per molti ragazzi andare alle scuole medie o superiori ancora con lo zaino delle elementari può rappresentare un disagio. Per i più piccoli, invece, non avere lo zaino colorato, a tema del proprio cartone preferito, o come quello dei propri amichette e amichette, può significare un motivo di difficoltà. I figli vanno ovviamente educati all’importanza delle cose, ma è altrettanto vero che se si deve sostenere un acquisto di questo tipo tanto vale non ignorare questo aspetto.

Dove comprare gli zaini per scuola

Prima di passare in analisi quali sono i migliori zaini per la scuola è importante domandarsi dove conviene comprarli. Esistono tantissimi negozi, cartolerie e store che in queste settimane hanno riempito i loro scaffali di articoli per la scuola, zaini compresi. Non manca certo l’abbondanza di scelta, ma è bene valutare attentamente l’acquisto, soprattutto nell’ottica di risparmiare qualcosa. La scuola è un grande investimento e tra zaini, libri, articoli di cancelleria, eventuali abbonamenti ai mezzi di trasporto, eccetera, il costo lievita velocemente. Per poter risparmiare sugli zaini per la scuola è possibile trovare offerte e sconti importanti sui vari negozi online. Abbiamo selezionato alcuni dei migliori che è possibile acquistare per tutte le età. Scopriamo quali sono.

I migliori zaini per la scuola elementare, media e superiore

Il miglior zaino per la scuola elementare da bambino

Se avete un figlio maschio lo zaino Marvel Avengers Infinity War è sicuramente un’idea valida e particolarmente apprezzata. Lo zaino è della Seven (azienda leader nella produzione di articoli per la scuola) e ha la licenza ufficiale della Marvel per la realizzazione di questa versione dedicata all’ultimo capitolo della celebre saga. Dal punto di vista tecnico questo zaino ha una capienza di 18 litri, gli spallacci imbottiti e rivestiti in tessuto traspirante, lo schienale preformato e la presenza di due comode tasche per riporre tutti gli accessori per la scuola elementare.

Il miglior zaino per la scuola elementare da bambina

Se invece dovete acquistare uno zaino per la scuola per una bambina che va alle elementari, lo zaino Frozen Glow in the dark è sicuramente uno dei più belli. La qualità dei materiali è uno dei principali elementi positivi di questo zaino che è caratterizzato dalla presenza di ottime imbottiture sia sullo schienale che sugli spallacci. Questo zaino è inoltre venduto sia con una bambola che con un astuccio abbinato a 3 scomparti, pieno di colori e accessori a marchio Giotto. Sono presenti tasche e le cerniere laterali che permettono di aumentare la capienza dello zaino. La superficie è realizzata con un particolare rivestimento che si illumina al buio creando immagini molto affascinanti.

Il miglior zaino per la scuola media

Crescendo d’età sia i ragazzi che le ragazze hanno gusti simili, meno marcati, e lo zaino Invicta Kupang risponde benissimo alle esigenze di entrambi. Disponibile sia di colore Blu che Grigio, è uno zaino ottimo sia per la scuola che per il tempo libero. È uno zaino dal taglio più sportivo e con una linea diversa dai classici zainetti per la scuola. Ha una capienza di 31 litri con un pratico doppio scomparto (entrambe le tasche sono chiuse tramite zip) e la presenza di due tasche (una interna e una esterna). È realizzato con tessuto preformato e traspirante e gli spallacci sono imbottiti per migliorare il comfort quando si porta lo zaino sulle spalle.

Il miglior zaino per la scuola superiore e l’università

Per gli studenti degli istituti tecnici, i liceali e gli universitari, lo zaino Eastpak Padded Pak’R è il massimo sia in termini di stile che di praticità. È uno zaino dal design minimal, disponibile in ben 9 diverse versioni cromatiche. La capienza è di 24 litri ed è caratterizzato da un ampio scomparto principale e da una tasca frontale. Gli spallacci e lo schienale sono imbottiti e lo zaino è realizzato completamente in nylon, assicurando resistenza e qualità.

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Ritorno a scuola: come aiutare il tuo bambino https://www.mammeup.it/ritorno-a-scuola-come-aiutare-il-tuo-bambino/ https://www.mammeup.it/ritorno-a-scuola-come-aiutare-il-tuo-bambino/#respond Fri, 06 Sep 2019 08:00:09 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36588 Il ritorno a scuola dopo le vacanze estive è un trauma per tutti; lo sanno bene i bambini e i ragazzi, ma anche i genitori che prima dei loro figli sono passati da numerosi banchi di scuola. Come fare per ridurre questo stress, come affrontare il ritorno a scuola senza che risulti più pesante di […]

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Il ritorno a scuola dopo le vacanze estive è un trauma per tutti; lo sanno bene i bambini e i ragazzi, ma anche i genitori che prima dei loro figli sono passati da numerosi banchi di scuola. Come fare per ridurre questo stress, come affrontare il ritorno a scuola senza che risulti più pesante di quanto inevitabilmente già è? Ci sono accorgimenti che si possono adottare per gestire al meglio il rientro a scuola? La risposta, consolante, è affermativa. Vediamo come comportarsi nelle settimane che precedono l’apertura della scuola.

Fare qualcosa: le differenze tra bambini e ragazzi

Quando si parla di ritorno a scuola non ci sono differenze di età che tengono; tutti, sia grandi che bambini, preferirebbero starsene a casa, svegliarsi più tardi, guardare la tv o giocare rilassati ai propri videogame preferiti. Eppure la scuola sta lì ed è un obbligo cui non ci si può sottrarre. Se per i bambini più piccoli il peso dello studio e lo stress delle interrogazioni e degli esami non è ancora così incisivo, per i ragazzi più grandi lo è molto di più. In tutti i casi è fondamentale fare qualcosa. Per alcuni è un semplice sforzo mentale, per altri può essere più impegnativo, ma non si può rimandare di dover affrontare quello che per molti è un grande fastidio.

Fare finta di niente, ignorando il problema o sperando che smetta di pesare è controproducente. I giorni passano e il ritorno a scuola diventa sempre più vicino. Volenti o nolenti a scuola ci si deve andare, tanto vale che lo si faccia riducendo il più possibile il fastidio che essa provoca. Al di là e ancora prima del rendimento scolastico, è utile prepararsi adeguatamente a un impegno che coinvolgerà bambini e ragazzi per molti mesi. Tanto vale renderlo il più sostenibile possibile.

5 consigli utili per un ritorno a scuola sereno

I compiti

La domanda su quando inizia la scuola è un dramma soprattutto per coloro che non hanno completato i famigerati compiti per le vacanze. Se i vostri figli non hanno svolto il loro dovere per tempo, dovete aiutarli a farlo prima del ritorno a scuola. Ovviamente ripetergli in continuazione quali sono i loro doveri potrebbe non essere efficace. Il consiglio, apparentemente banale ma troppo spesso sottovalutato, è quello di organizzare la giornata. Magari dilazionando il carico di lavoro nei giorni rimanenti ed evitando di caricarsi troppo ottenendo un effetto controproducente; l’importante è stabilire una tabella di marcia e rispettarla.

Sveglia e riposo

Uno dei principali problemi del ritorno a scuola e che puntualmente si verifica soprattutto nei primi giorni dell’anno scolastico, è quello della sveglia al mattino. Vacanza è sinonimo di riposo ed è giusto che i bambini e i ragazzi se la siano goduta anche in questo modo. Per evitare traumi difficili da smaltire è utile riabituare il corpo ai ritmi dell’anno scolastico. Mettere la sveglia all’ora giusta (e alzarsi dal letto) e andare a dormire prima aiuta l’organismo a reggere questo tipo di ritmi quando poi diventeranno la normalità. Questo consiglio vale anche per coloro che per la prima volta varcano la soglia della scuola e hanno orari nuovi rispetto a quelli dell’anno precedente.

L’alimentazione

Più della volontà a volte è proprio il fisico che sembra non volerne sapere di alzarsi dal letto, vestirsi e affrontare al meglio il ritorno a scuola. Per questo è importantissimo anche intervenire con un’alimentazione sana ed equilibrata. La settimana che precede il ritorno a scuola meglio evitare esagerazioni e orientarsi verso cibi più leggeri e nutrienti. Questo aiuterà anche a riposare meglio, contrastare l’ansia e migliorare l’attenzione.

Buoni propositi

Un aiuto molto valido che può arrivare dai genitori è quello di accompagnare i propri figli ad affrontare questo tipo di difficoltà. Per farlo ci sono tantissime soluzioni, dall’organizzazione delle prossime vacanze estive alle decisioni per il futuro del ragazzo. Senza caricarlo di pressioni o mettergli più ansia di quella che il ritorno a scuola già di suo genera, è utile fargli capire che quello che sta facendo serve a qualcosa. Non solamente un dovere cui sottomettersi, ma un investimento per il proprio futuro. Questo è più facile con i ragazzi più grandi; per quelli più piccoli si possono trovare alternative più stimolanti come le decisioni su quale attività sportiva fare.

Il contatto con gli amici

Molti compagni di classe sono amici anche fuori dall’orario di lezione. Per altri non è così e il ritorno a scuola può risultare traumatico anche per questo motivo. Riprendere i contatti, magari organizzando pomeriggi di gioco a casa di qualcuno, aiuta a rientrare mentalmente nelle frequentazioni che nel giro di pochi giorni diventeranno quotidiane.

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Cordone ombelicale: come medicarlo? I consigli della Tata https://www.mammeup.it/cordone-ombelicale-come-medicarlo/ https://www.mammeup.it/cordone-ombelicale-come-medicarlo/#respond Mon, 18 Dec 2017 15:28:17 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34044 Il cordone ombelicale collega feto e placenta e serve a nutrire il bimbo quando è nella pancia della mamma. Al momento del parto viene tagliato di circa 8-10 centimetri e chiuso con un elastico o una molletta di plastica, quindi avvolto con una garza sterile asciutta. Con il primo respiro del piccolo e il taglio […]

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Il cordone ombelicale collega feto e placenta e serve a nutrire il bimbo quando è nella pancia della mamma. Al momento del parto viene tagliato di circa 8-10 centimetri e chiuso con un elastico o una molletta di plastica, quindi avvolto con una garza sterile asciutta. Con il primo respiro del piccolo e il taglio del cordone ombelicale si trasforma la circolazione sanguigna: è questo il momento in cui inizia la doppia circolazione, venosa e arteriosa, che è indispensabile per vivere: adesso il neonato respira normalmente e vive distaccato dalla mamma.

Il cordone ombelicale neonato contiene tre vasi sanguigni (una vena e due arterie): la vena serve a portare sangue ossigenato e ricco di nutrienti dalla placenta al feto, mentre le due arterie trasportano il sangue non ossigenato dal feto alla placenta. Lungo dai 50 ai 60 centimetri, ha una spessore di 2 centimetri, è resistente e ha un aspetto tortuoso. È ricco di cellule staminali.

Abbiamo detto che subito dopo il parto viene tagliato e, prima che cada, va medicato e tenuto pulito e asciutto, onde evitare che ci siano infezioni. La medicazione del cordone ombelicale, che inizia già in ospedale, è un argomento che sta molto a cuore alle neomamme: vedremo insieme oggi come farlo nel modo corretto, grazie a tanti consigli pratici. Quando ci si prende cura del cordone ombelicale bisogna anche fare attenzione alla zona intorno, quindi non soltanto del moncone, in modo da mantenerla ben pulita.

Medicazione del cordone ombelicale

Ecco come eseguire la medicazione cordone ombelicale. Anzitutto, è fondamentale sapere che va fatta ogni qualvolta la garza si sporchi di feci o urina. In generale, comunque, almeno una volta al giorno. Se il bimbo piange nel corso della medicazione, non allarmatevi: la parte in questione, infatti, non è dotata di nervi, quindi è un fastidio legato alla sensazione di freddo causata dalla soluzione disinfettante passata sulla pancia.

Vediamo dunque come disinfettare il cordone ombelicale passo dopo passo:

  1. Lavate le mani, togliete al piccolo il pannolino sporto e la medicazione precedente, quindi bagnate una garza sterile con soluzione disinfettante o alcol;
  2. Detergete la base del moncone, tenendo sopra la garza imbevuta per qualche secondo: così favorirete il processo di essiccamento;
  3. Avvolgete il moncone in un’altra garza inumidita di disinfettante, compiendo diversi giri per proteggerlo da eventuali batteri;
  4. Fissate la garza al pancino con una fascia elastica o una rete da infilare nelle gambine del bebè.

Caduta del cordone ombelicale

Caduta cordone ombelicale cosa fare? Anche dopo la caduta cordone ombelicale è necessario continuare per alcuni giorni a medicare la ferita, utilizzando garze sterili e acqua ossigenata. Consigliamo, poi, di coprire con una garza asciutta fino a quanto la ferita non si è ben cicatrizzata, in modo da evitare un contatto diretto con il pannolino.

Quello che resta del cordone ombelicale cade abbastanza presto: i vasi ombelicali che restano nella parte recisa si trombizzano rapidamente e il cordone ancora attaccato si essicca, diventando di un colore bruno nerastro. Ci sono casi in cui il cordone ombelicale fatica a staccarsi. Di norma, si stacca tra il quinto e il decimo giorno di vita.

Ci sono, tuttavia, alcuni segnali ai quali bisonga fare molta attenzione, in modo da intervenire o segnarlarli alla pediatra:

  • tracce di sangue o pus (secrezioni di colore giallastro o verdastro) sulla garza della medicazione. Alcune piccole tracce di sangue sono considerate normali, ma se sono abbondanti e miste a pus possono segnalare un’infezione, che andrà trattata con una pomata a base di antibiotici;
  • pelle arrossata intorno all’ombelico. Potrebbe comunque trattarsi di un’irritazione e in questo caso è sufficiente usare una minore quantità di alcol per bagnare la striscia di garza che avvolge il moncone e applicare una buona crema idratante sull’addome nella zona circostante all’ombelico;
  • gonfiori, ad esempio quando il bimbo piange o compie uno sforzo. In questo caso potrebbe trattarsi di un inizio di ernia ombelicale.

In ogni caso, va sempre richiesto il parere del pediatra, per poter intervenire nel modo migliore. Per quanto riguarda il bagnetto, va evitato fino al completo distacco del moncone e della totale cicatrizzazione della ferita. È preferibile lavare il bimbo con una spugna morbida, senza immergerlo del tutto in acqua, tamponandolo con un asciugamano pulito.

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Sono tanti i dubbi dei neo genitori in merito al come tenere un neonato. Le domande sorgono dalla necessità di voler evitare errori, facendo stare comodo il piccolo. L’abbraccio è uno dei modi più profondi per trasmettere il proprio affetto: il calore dei corpi, il battito del cuore, una vicinanza che scalda l’anima.

Anzitutto, è utile sapere che bisogna mantenere la massima calma, in modo da trasmettere una sensazione positiva al piccolo. Fino ai sei mesi circa (momento in cui il piccolo inizia a sostenere il peso del suo capo), la cosa più importante da sapere è come tenere testa del neonato, supportando bene il collo, e come prenderlo, evitando movimenti che potrebbero dargli fastidio.

Quando il bimbo è sdraiato nella culla, supino, bisogna fare anzitutto passare una mano sotto al suo collo e l’altra sotto il sederino: in questo modo il corpo è completamente avvolto dalle mani di chi lo prende. A questo punto, il neonato può essere appoggiato sulla spalla, tenendo sempre una mano sotto al sederino e una sulla schiena: questa posizione è anche indicata nel momento in cui il piccolo deve fare il ruttino.

Qualora il bimbo non volesse riposare, si possono sostenere testa e collo appoggiandoli nell’avambraccio, sostenendo le gambe con l’altro braccio. Così il visino sarà rivolto verso l’esterno. Comprendere come prenderlo, dunque, non è un’impresa impossibile!

Come NON tenere in braccio un neonato

È importante anche vedere insieme alcune indicazioni pratiche sui modo in cui non bisogna tenere i piccoli. Anzitutto, la testa non deve mai ciondolare e deve sempre essere ben supportata dall’avambraccio di chi lo tiene. Bisogna accertarsi che non si siano sporgenze o oggetti che potrebbero involontariamente toccare il piccolo. Alcuni esperti consigliano inoltre di non prendere in braccio i piccoli quando si è agitati, ma cercare sempre di farlo quando si è rilassati.

Quanto tenere in braccio i neonati?

È giusto tenere i neonati sempre in braccio? Molti genitori, soprattutto nelle prime settimane di vita, pensano che sia necessario tenere i bimbi in braccio il più possibile, per fargli sentire la vicinanza di mamma e papà. Non si può dire che esista una regola in tal senso: in questa, come in tante altre cose legate alla nascita e alla crescita di un figlio, devono essere i genitori a comprendere ciò che è più giusto. Arriverà, comunque, il momento in cui il piccolo inizierà a reclamare la propria indipendenza, cercado il più possibile di scoprire il mondo in autonomia. Il tempo trascorso tra le braccia della mamma o del papà, quindi, andrà naturalmente scemando, fino a ridursi del tutto.

Naturalmente, quando il piccolo piange, la prima reazione è quello di accoglierlo tra le proprie braccia. In questi casi, però, va fatta una valutazione, cercando di capire effettivamente se il pianto sia una richiesta in tal senso. Non sempre, infatti, un bimbo che piange vuol essere preso in braccio, ma magari sta cercando di comunicare qualcos’altro. Per capire al meglio come prendere in braccio un neonato, sicuramente, può essere utile confrontarsi con altri genitori che sono già passati attraverso questa fase. Superate le prime perplessità, comunque, sarà sicuramente tutto più facile e prendere in braccio il proprio piccolo sarà soltanto un piacere, senza più ansie e timori!

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Come fare il bagnetto al neonato? I consigli della tata https://www.mammeup.it/bagnetto-al-neonato-consigli-della-tata/ https://www.mammeup.it/bagnetto-al-neonato-consigli-della-tata/#respond Mon, 04 Dec 2017 16:13:01 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33892 Fare il bagnetto al neonato è un’attività molto emozionante, soprattutto le prime volte. I neo genitori non sanno bene come muoversi, dove mettere le mani e quali indicazioni seguire. Di solito in ospedale, prima che la mamma venga dimessa, viene mostrato ai genitori come si fa, ma una volta arrivati a casa non è semplice […]

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Fare il bagnetto al neonato è un’attività molto emozionante, soprattutto le prime volte. I neo genitori non sanno bene come muoversi, dove mettere le mani e quali indicazioni seguire. Di solito in ospedale, prima che la mamma venga dimessa, viene mostrato ai genitori come si fa, ma una volta arrivati a casa non è semplice ricordare tutto alla perfezione. Dalla temperatura bagnetto neonato al quando fare il bagnetto al neonato, sono davvero tante le domande che possono cogliere di sorpresa.

I dubbi, anche in questo caso, sono più che naturali. Come abbiamo già detto in più di una occasione, è normale che i neo genitori si ritrovino a dover affrontare molte domande e che alle volte non sappiano perfettamente quale strada seguire. Il punto di partenza e di arrivo è sempre il benessere del bimbo, ma ce n’è di strada nel mezzo! Per aiutarvi nella gestione del bagnetto, abbiamo pensato di fornirvi una utile guida con tanti consigli pratici. Vediamo insieme come fare il bagnetto al neonato.

Quando fare il bagnetto al neonato?

Anzitutto, è utile sapere che il primo bagnetto si può fare quando la mamma lo desidera, anche nel giorno che segue il ritorno a casa dall’ospedale. Non serve aspettare la caduta del moncone, che va asciugato con cura dopo il bagno, senza l’uso di disinfettanti, quindi avvolto con una garza sterile e pulita, facendo attenzione alla base del cordone. Non esiste un orario particolarmente indicato per fare il bagnetto, che deve essere un momento di piacevole condivisione tra genitore e piccolo. Importante, dunque, scegliere un momento in cui si è davvero rilassati e tranquilli, senza ansie né fretta.

Dove fare il bagnetto?

Per il bagnetto è preferibile usare una vaschetta, che consente di immergere il neonato fino all’altezza delle spalle: così, il piccolo si sentirà al calco e protetto e, in questo modo potrà ritrovare la sensazione piacevole che ha provato per nove mesi nella pancia della mamma, immerso nel liquido amniotico.

Qual’è la perfetta temperatura bagnetto neonato?

Prima di parlare della temperatura dell’acqua, bisogna sapere che anche la temperatura dell’ambiente è molto importante: deve essere di circa 22-23 gradi, senza correnti d’aria. L’acqua, invece, deve avere una temperatura intorno ai 36/37°: per essere certi di non sbagliare, si può usare il gomito (qui la pelle è molto sensibile e sottile) o un apposito termometro.

Il bagnetto del neonato passo dopo passo

Ecco, quindi, come fare il bagnetto al neonato, passo dopo passo:

  1. Preparativi: dopo esservi accertati delle temperature, controllate di avere tutto ciò che serve a disposizione. Dal detergente alle salviette, fino a pannolino e indumenti di ricambio, tenete tutto ben a portata di mano e gestite al meglio gli spazi: solo così non correrete il rischio di distrarvi.
  2. In acqua: spogliate il bimbo e togliete il pannolino. Qualora il sederino fosse sporco, lavatelo prima con acqua e un po’ di detergente, prima di immergerlo. Il bimbo va sostenuto facendo passare il braccio sinistro intorno alla spalla e fermando la mano sotto l’ascella sinistra del neonato, in modo sicuro e delicato. La mano destra del genitori, senza spugne, viene utilizzata per lavare. Per quanto riguarda il detergente, ne basta uno solo, non schiumogeno, con ph neutro o leggermente acido (intorno a 5.5), da aggiungere in acqua. Lo stesso si utilizza per corpo e capelli. Questo tipo di prodotto non altera il film idrolipidico della pelle e non richiede risciacquo. Non esiste una durata “standard” del bagnetto, ma è importante controllare che l’acqua nella vaschetta non si freddi.
  3. Asciugare il bimbo: il bebè va preso in braccio e avvolto con un accappatoio o telo, tamponando con delicatezza la pelle, soprattutto nelle pieghe cutanee (ad esempio sotto il collo, sotto le ascelle o nelle pieghe delle gambette). Non serve applicare un’idratante ed è meglio non usare il talco, che potrebbe essere pericoloso se inalato dal piccolo.

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