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Il morbillo è una malattia infettiva esantematica altamente contagiosa causata da un virus, il Paramyxovirus del genere Morbillivirus. Il morbillo, provoca principalmente un’eruzione cutanea simile a quelle della rosolia o della scarlattina, che il più delle volte si risolve spontaneamente. E’ una malattia che si diffonde facilmente per via aerea, soprattutto attraverso i colpi di tosse e gli starnuti delle persone infette. Può anche essere diffuso attraverso il contatto con la saliva o le secrezioni nasali. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita
I sintomi del morbillo: come si manifesta
Il periodo di incubazione riportato in letteratura è compreso in un intervallo di 9-20 giorni, con un valore mediano di circa 13 giorni. I segni e sintomi iniziali di solito includono febbre, spesso superiore a 40 °C, tosse, naso che cola, starnuti e occhi rossi che lacrimano, palpebre gonfie o infiammate, sensibilità alla luce. Due o tre giorni dopo l’inizio dei sintomi, piccole macchie bianche possono formarsi all’interno della bocca, note come macchie di Köplik. E poi ancora dolore diffuso, perdita di appetito, stanchezza, irritabilità. Il sintomo più evidente è un rash cutaneo rosso e che di solito inizia sul viso e poi si diffonde al resto del corpo, esordisce tipicamente da tre a cinque giorni dopo l’inizio dei sintomi. I sintomi si sviluppano solitamente in 10-12 giorni dopo l’esposizione ad una persona infetta e si protraggono per 7-10 giorni. Le complicanze si verificano in circa il 30% dei casi, nei bambini inferiori a 5 anni di vita, e possono includere, tra le altre, diarrea, otite , polmonite, encefalite .
Cura del morbillo
Non esiste alcun trattamento medico specifico per il morbillo, per cui in genere l’approccio si limita alla gestione dei sintomi attraverso: il riposo, abbondante idratazione e farmaci sintomatici. La febbre e il dolore vengono in genere trattati con paracetamolo o ibuprofene. Al di sotto dei 16 anni va evitata l’aspirina per il rischio di sviluppo della sindrome di Reye. I bambini con il morbillo devono essere seguiti con molta attenzione, per evitare gravi complicazioni come: l’otite media, la laringite, la diarrea, la polmonite, l’encefalite, che possono richiedere l’ospedalizzazione o l’uso di antibiotici.
Prevenzione: il vaccino per il morbillo
I neonati sono generalmente protetti dalla eventualità di contrarre il morbillo per 6 mesi dopo la nascita. Questa immunità viene trasmessa dalle madri, se vaccinate o se immunizzate dalla malattia fatta in passato.
A parte evitare contatti con pazienti affetti dall’infezione, il vaccino è lo strumento di maggiore prevenzione. La vaccinazione contro il morbillo, effettuata con due dosi, ha un’efficacia del 98 – 99 % e l’immunità dura tutta la vita.
Il vaccino per il morbillo è entrato nella lista di quelli obbligatori nel giugno del 2017. Questo fa parte della vaccinazione morbillo-parotite–rosolia (MMR) o della vaccinazione morbillo-parotite-rosolia-varicella (MMRV) e viene somministrato dai 13 ai 15 mesi di età e di nuovo dai 4 ai 6 anni di età (la seconda dose è ritenuta indispensabile per il raggiungimento e il mantenimento di un’immunizzazione ottimale). I bambini che si sono ancora sottoposti alla prima dose di vaccino potrebbero essere suscettibili di contagio, un problema che potrebbe diventare molto grave a causa della diminuzione di adesioni alla vaccinazione. Il vaccino è efficace anche post-esposizione, a patto che venga somministrato entro 72 ore dal contatto.
Le reazioni avverse al vaccino sono molto rare. Alcuni bimbi manifestano una leggera febbre e dolore nel sito di iniezione, ma reazioni potenzialmente letali si verificano in meno di un caso per milione di vaccinazioni (<0,0001%), ossia in numero sensibilmente inferiore al rischio di morte a causa di complicazioni per l’infezione (0,02% nella migliore delle ipotesi).
Come con tutti i programmi di immunizzazione vi sono importanti eccezioni e circostanze particolari da considerare. Il vaccino contro il morbillo non deve essere somministrato alle donne in gravidanza o ai bambini con la tubercolosi, leucemia o altri tumori non curati, o persone il cui sistema immunitario è compromesso per qualsiasi motivo.Inoltre, il vaccino non dovrebbe essere somministrato ai bambini che hanno una storia di grave reazione allergica alla gelatina o all’antibiotico neomicina, in quanto sono a rischio di gravi reazioni al vaccino.
Il morbillo negli adulti
Il morbillo è una malattia esantematica, una delle più frequenti e conosciute. Solitamente si tratta di una malattia tipica dell’infanzia, ma che, con minore frequenza, può colpire anche i più “grandi”, gli adulti.
Per curare il morbillo anche in età adulta non rimane molto altro da fare se non avere pazienza. Solitamente, infatti, il morbillo guarisce spontaneamente, nell’arco di sei, sette giorni. Per tenere a bada i sintomi più fastidiosi, come la febbre o la tosse, si può ricorrere a rimedi specifici, a farmaci sintomatici, come il paracetamolo, per abbassare la temperatura corporea, aerosol e prodotti mucolitici per sedare la tosse. Utili, dietro consiglio medico, gli antistaminici per lenire il prurito in corrispondenza dell’esantema.