fumare in gravidanza

Che il vizio del fumo abbia conseguenze negative per la salute è ormai ben noto, ma per molti rinunciare alle sigarette è praticamente impossibile. L’argomento, già abbastanza delicato poiché legato al benessere dell’individuo, lo è ancora di più quando si parla del fumo in gravidanza. In questo caso, infatti, i rischi riguardano anche una piccola vita che si sta formando. Come abbiamo anticipato, smettere di fumare può non essere un’impresa facile, ma fumare in gravidanza comporta davvero molti pericoli per il feto.

L’uso del tabacco è anzitutto un fattore significativo negli aborti spontanei e tra le donne che fumano in gravidanza e contribuisce a una serie di altre minacce per la salute del feto, come parti prematuri e basso peso alla nascita. Aumenta, inoltre, da 1,4 a 3 volte la possibilità di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). L’esposizione al fumo di sigaretta nel grembo materno, inoltre, può ridurre la capacità del cervello del feto di riconoscere condizioni di ipossia, aumentando così il rischio di asfissia accidentale (questo è stato evidenziato in via sperimentale).

Fumare in gravidanza cosa comporta?

Dalla prima introduzione, appare già evidente che si tratta di un argomento molto serio. Per questo motivo, oggi vedremo meglio fumare in gravidanza cosa comporta. Da uno studio compiuto su 1.050 bambini, effettuato presso l’Università di Nottingham, è risultato che i bambini le cui mamme fumano durante la gravidanza corrono un rischio del 30% maggiore di ammalarsi di asma e di allergie in gioventù. In generale, poi, se i genitori fumano, contribuiscono ad aumentare il rischio per i loro figli di ammalarsi di cancro: particolarmente frequenti sono i tumori del naso e i figli delle mamme che hanno fumato in gravidanza sono esposti anche a un rischio elevato di cancro alla vescica e ai reni.

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Un bambino su sette di mamma fumatrice nasce prematuro: il fumo aumenta del 6,7% il rischio di parto anticipato e il 15% delle nascite premature è riconducibile al consumo di sigarette in gravidanza. Qualora una donna incinta fumi più di 20 sigarette al giorno, il rischio di un distacco della placenta, con conseguente morte del feto, è doppio rispetto a quello che corrono le madri non fumatrici. Secondo le stime dell’Istituto tedesco per la ricerca sul cancro di Heidelberg circa il 25% delle morti fetali e il 20% delle morti bianche potrebbero essere evitate se le donne fumatrici riuscissero a sottrarsi alla dipendenza del fumo entro la sedicesima settimana di gestazione.

Se vi state dunque chiedendo quante sigarette si possono fumare in gravidanza, la risposta più logica sembrerebbe nessuna: per le future mamme che eliminano le sigarette durante le prime 13 settimane il rischio di morte fetale o di morte bianca è all’incirca uguale a quello delle madri che non hanno mai fumato. Ciò non significa comunque che il fumo nel primo trimestre di gravidanza non sia pericoloso, poiché soprattutto in queste settimane la nicotina e i molti additivi danneggiano lo sviluppo degli organi.

Il feto è, naturalmente, molto più sensibile dell’adulto agli effetti nocivi del fumo, perché gli organi si stanno ancora sviluppando. Questo implica che anche la disintossicazione dalle sostanze nocive è più difficoltosa, perché nel feto i sistemi enzimatici necessari non sono ancora del tutto sviluppati. Un feto esposto a fumo passivo può avere malformazioni: il rischio di labbro leporino raddoppia se una donna incinta fuma da una a dieci sigarette al giorno.

Fumare in gravidanza ha effetti negativi anche sullo sviluppo del feto, perché la nicotina riduce il flusso sanguigno nella placenta. Lo sviluppo in altezza nei figli delle fumatrici è limitato, la circonferenza del cranio ridotta e il peso alla nascita in media 200 grammi in meno del normale. Purtroppo, non è finita qui: il fumo di tabacco disturba lo sviluppo polmonare del feto e se la mamma fuma, la funzionalità dei polmoni diminuisce.

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Molte sostanze nocive presenti nel fumo di tabacco oltrepassano la placenta e finiscono nella circolazione sanguigna del bambino. È il caso ad esempio del monossido di carbonio, che blocca il trasporto di ossigeno nel sangue e mette così a rischio l’apporto di ossigeno al feto. Poiché l’organismo di un feto ha un metabolismo più elevato rispetto a quello di un adulto, il rischio di assuefazione alle sostanze nocive nel fumo di tabacco è maggiore.

Ancora, si pensa che il fumo posso anche determinare problemi psichici: dal “Zappelphilippstudie” di Mannheim, uno studio longitudinale prospettico su 362 bambini, condotto dai medici dell’Istituto per la salute psichica di Mannheim, è emerso che i figli di madri fumatrici, sottoposti a visite periodiche dalla nascita fino all’inizio dell’adolescenza, ottenevano risultati scolastici peggiori e mostravano disturbi caratteriali con una frequenza due-tre volte superiore ai figli di madri non fumatrici.

Come smettere di fumare in gravidanza

Appare dunque di fondamentale importanza smettere di fumare in gravidanza. Liberarsi di questo vizio può essere difficile, ma bisogna pensare alla salute propria e del bimbo che si porta in grembo. Ecco, dunque, come smettere di fumare in gravidanza. Anzitutto, è fondamentale chiedere aiuto e fissare una data precisa per dire addio alle sigarette.

Non bisogna stressarsi oltremodo: può capitare una ricaduta, ma l’importante è rimettersi in carreggiata. Cambiare abitudini e ricompensarsi per ogni giorno senza fumo (ad esempio spendendo i soldi con i quali si sarebbero comprate le sigarette per fare acquisti per sé e per il bimbo) è un’ottima idea. È utile, inoltre, bere molto, ad esempio tisane, e fare più movimento: l’attività fisico ha un effetto rilassante e solleva il morale.

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