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Il parto cesareo è un intervento chirurgico attraverso il quale il ginecologo provvede all’estrazione del feto. Può essere programmato, cioè deciso prima dell’avvio del travaglio, o urgente, qualora le condizioni della mamma e del nascituro lo rendano necessario, durante lo svolgimento del parto stesso. La storia del cesareo è antichissima: il primo taglio cesareo su vivente venne effettuato da Jacok Nufer intorno al 1500. Si dice che l’uomo, che precedentemente aveva esperienza come castratore di maiali, riuscì nell’impresa di estrarre un bambino vivo da una donna, che sopravvisse all’evento ed ebbe anche altri figli.
Perché si chiama parto cesareo? Comunemente si attribuisce l’origine del termine alla particolarità della nascita di Giulio Cesare ma in realtà questo è un falso storico. La parola cesareo deriva dal verbo latino caedo, “tagliare” ed è quindi il cognomen “Caesar” che potrebbe derivare dal fatto che un antenato di Cesare nacque dall’utero tagliato.
Parto cesareo programmato
Abbiamo detto che esistono due modalità di cesareo: il parto cesareo programmato e il parto cesareo urgente. Per quanto riguarda il cesareo programmato, viene consigliato nei casi in cui il bimbo sia podalico, in occasione di gravidanze gemellari, in caso di pregressi parti cesarei o quando le condizioni della futura mamma lo richiedono. È una scelta che comunque viene valutata insieme al proprio ginecologo.
Parto cesareo quando si programma? Di solito si sceglie di programmarlo intorno alla 38esima settimana, perché il nascituro è già maturo per venire alla luce. È sconsigliabile aspettare oltre, onde evitare il rischio che il travaglio prenda il via spontaneamente, rendendo necessario il ricorso a un cesareo d’urgenza.
Parto cesareo programmato quanto tempo prima? Il giorno previsto, la futura mamma si presenta al punto nascita a digiuno, con qualche ora di anticipo rispetto all’orario fissato per l’operazione. Prima di entrare in sala operatoria, la futura mamma viene visitata dal ginecologo o dall’ostetrica e il benessere del nascituro viene valutato sotto ogni aspetto.
Parto cesareo pro e contro
Vediamo ora i pro e i contro del parto cesareo. Qualora si renda necessario, ovviamente, è un intervento salvavita. Per quanto riguarda i pro del parto cesareo, bisogna dire che non ci sono particolari vantaggi e che, secondo molti esperti, il modo migliore per partorire è quello naturale. Da un punto di vista del dolore, si tratta di un tipo di dolore diverso, che tuttavia c’è e si fa sentire.
Per quanto riguarda i contro, i dolori arrivano appena comincia a svanire l’effetto dell’anestesia (già dopo 3-4 ore), la ferita chirurgica fa male e gli addominali non sorreggono, rendendo così difficoltose anche cose semplici come passare da sedute ad in piedi, ridere, starnutire e tossire (cioè tutto ciò che comporta uno sforzo addominale che scatena il dolore della ferita). Per le prime 24h si ha il catetere vescicale, le flebo e un’importante difficoltà nel muoversi anche nel letto. Tutto ciò rende complicato anche badare al bambino ed allattarlo. Solitamente nei primi 2-3 giorni si ha un’autonomia piuttosto scarsa: la donna viene lavata, deve essere aiutata a mettersi seduta e ad alzarsi e può mangiare solo cose molto leggere perché comunque è stato un intervento per via addominale.
Come avviene il parto cesareo?
L’intervento vero e proprio ha una durata di circa quaranta minuti.
Per quanto riguarda l’anestesia, si può ricorrere all’anestesia generale, che ha un effetto quasi immediato, mentre nel caso di intervento programmato si fa generalmente ricorso all’anestesia spinale o all’epidurale, che eliminano il dolore e permettono di ridurre al massimo il passaggio al nascituro di farmaci attraverso la placenta. Tra le due, comunque, la preferita è la spinale, perché l’effetto inizia entro cinque minuti.
L’addome viene disinfettato e il chirurgo pratica un’incisione trasversale della cute, lunga cirva 8 centimetri, quindi incide lo strato sottocutaneo e separa con le mani le due fasce muscolari longitudinali dell’addome. Incide il peritoneo, la membrana che avvolge gli organi interni, e la parte inferiore dell’utero. Il liquido amniotico fuoriesce spontaneamente e viene aspirato e, con l’aiuto dell’altro ginecologo presente in sala, il chirurgo estrae il bambino e taglia il cordone ombelicale. Il chirurgo poi estrae la placenta e le membrane e pulisce la parete interna dell’utero con la garza. Poi dilata il collo dell’utero dall’interno, per favorire il deflusso di sangue. In ultimo sutura tutti i tessuti che ha inciso.
Parto cesareo, rischi
Parlando dei rischi del parto cesareo, bisogna dire che il rischio non riguarda tanto il singolo taglio cesareo, quanto le gravidanze successive. Può capitare che la placenta si inserisca male o determini un danno alle pareti dell’utero. Ci sono situazioni in cui la placenta si sviluppa meno o in cui andando a rifare un altro taglio cesareo ci possono essere delle difficoltà chirurgiche importanti.
Parto naturale o cesareo?
Come abbiamo già detto, la scelta tra parto naturale o cesareo è dettata da diverse motivazioni. Ci sono casi in cui il cesareo è necessario, per salvaguardare la salute di bimbo e mamma. Spetta, comunque, al ginecologo stabilire la soluzione ottimale e adatta alla paziente.
Parto naturale dopo cesareo: quali i rischi?
Il parto naturale dopo il cesareo è possibile; si parla, in questo caso, di VBAC, acronimo inglese che sta per “Vaginal Birth After Cerarean”. La complicazione più temuta è la rottura dell’utero a livello della cicatrice. Se il tessuto non resiste alle contrazioni, può cedere: in tal caso si verifica una situazione di emergenza, che può richiedere trasfusioni o anche l’asportazione dell’utero.
Post parto cesareo
Cosa accade nel momento del post-parto cesareo? Già dopo 24 ore la mamma viene sollecitata ad alzarsi dal letto e a muovere qualche passo, ovviamente aiutata. Salvo complicanze, viene dimessa nell’arco di tre giorni. In alcuni casi, per rendere i movimenti più agevoli, viene consigliato l’utilizzo di una panciera post parto cesareo. La fascia post cesareo può anche essere utile per compensare alcune alterazioni posturali che la colonna ha dopo nove mesi di gestazione.
Per quanto riguarda i rapporti sessuali, si consiglia di solito di aspettare il tempo necessario alla rimozione dei punti superficiali e all’inizio della formazione del cheloide (la tipica cicatrice rosa-bianca).