Periodo fertile: sintomi e ovulazione

Quando si cerca un bambino risulta essere molto importante calcolare i giorni dell’ovulazione e conoscere il proprio periodo fertile.

In questo articolo troverai tutti i consigli per il calcolo, i sintomi del periodo fertile e molto altro ancora!

Quali sono i giorni fertili? Il calendario dell’ovulazione

Senza entrare troppo nello specifico, almeno per il momento, poniamoci una domanda: esistono dei veri e propri giorni fertili, quanto meno più fertili di altri? La risposta è certamente sì. Per aumentare in maniera notevole le possibilità, bisogna conoscere le fasi del ciclo mestruale, con le antenne puntate proprio sull’ovulazione. Di preciso, avviene in media al quattordicesimo giorno.

Cosa succede concretamente? Nell’utero l’endometrio raggiunge il massimo spessore, nell’ovaio si ha la rottura del follicolo e l’espulsione dell’uovo che c’è all’interno, gli estrogeni diminuiscono e il progesterone aumenta. Contestualmente la temperatura basale cresce di circa mezzo grado.

L’endometrio quindi raggiunge il massimo dell’ispessimento, il follicolo si rompe e viene espulso l’uovo. Nell’utero, l’epitelio endometriale rimane al massimo del suo spessore. Nella vagina, invece, l’epitelio si assottiglia, nell’ovaio si forma il corpo luteo, estrogeni e progesterone aumentano, mentre diminuiscono Fsh (follicolo-stimolante) e Lh (luteinizzante).

In altre parole, l’ovulazione coincide con il periodo fertile per antonomasia.

Il metodo Ogino-Knaus

Secondo alcuni, si tratta di una sorta di pratica anticoncezionale che si basa sull’osservazione statistica del ciclo per individuare i giorni fertili. Nasce negli anni Venti del secolo scorso in virtù degli studi del medico giapponese Kyusaku Ogino. Soltanto nel 1928 l’austriaco Hermann Knaus lo rese un metodo contraccettivo, la cui scarsa affidabilità portò alla sua sconfessione da parte di Ogino.

In cosa consiste il metodo Ogino-Knaus? Si basa su osservazioni statistiche del momento nel quale avviene l’ovulazione al fine di determinare un periodo di maggiore probabilità. Il calcolo non è troppo complicato.

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Prendendo come riferimento la durata del proprio ciclo, si sottraggono 14 giorni dalla presunta data del prossimo flusso mestruale e il giorno ottenuto è quello centrale del probabile periodo di ovulazione. Il periodo completo secondo Ogino-Knaus va da due giorni prima a due giorni dopo quello centrale. Tutto questo vale quando il ciclo è regolare; se è variabile, il periodo considerato di probabile ovulazione è dunque poco affidabile.

Metodo billings

Per identificare giorni fertili e infertili alcune donne usano il metodo Billings. Chiamato anche metodo dell’ovulazione o metodo del muco, deve il suo nome al medico australiano John Billings.

Il muco diventa fertile durante l’ovulazione, con la secrezione regolata dagli ormoni. In sostanza, se il muco non è fertile gli spermatozoi non sopravvivono all’acidità della vagina. Le caratteristiche cambiano da donna a donna. Dopo le mestruazioni ci sono delle possibilità che non ce ne sia traccia o che sia denso, appiccicoso e bianco, oltre che asciutto. Nel momento di massima efficacia è umido e scivoloso.

Passando ai fatti, per così dire, si può mettere del muco cervicale tra due dita; allontanandole, si formano dei alcuni filamenti elastici. Il muco fertile è umido, dunque proprio in questi giorni è consigliabile avere rapporti sessuali più di frequente per aumentare le probabilità di concepimento.

Temperatura basale

Quando non si riesce a “valutare” il muco oppure si ha un ciclo irregolare, si può ricorrere al metodo della temperatura basale. Si fa riferimento alla temperatura al momento del risveglio. È importante perché il progesterone provoca un aumento della temperatura corporea fino a mezzo grado dopo l’ovulazione. Il rialzo permane fino a quando il progesterone diminuisce all’inizio del ciclo mestruale. Se non cala e il ciclo non arriva, può essere indicativo di gravidanza in corso.

La temperatura corporea va presa ogni giorno alla stessa ora, un attimo prima di alzarsi e bisogna dormire almeno tre ore di seguito. Controindicazioni: inaffidabilità perché, va da sé, la temperatura può variare sensibilmente per mille ragioni, dallo stress fisico o emotivo all’assunzione di farmaci.

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Dopo le mestruazioni la temperatura è stabile e bassa. In seguito al flusso potrebbe scendere e alzarsi improvvisamente il giorno dopo a livelli oltre la media. Il giorno prima del rialzo termico è il giorno dell’ovulazione. L’abbassamento prima dell’ovulazione può non essere palese; di contro, ci può essere un piccolo rialzo in fase di ovulazione dovuto al progesterone prodotto prima dello scoppio del follicolo.

Di solito l’ovulazione avviene il giorno immediatamente prima del chiaro rialzo termico. Se il rialzo della temperatura è seguito da almeno tre giorni di valori più o meno costanti significa che l’ovulazione è avvenuta. Il repentino calare della temperatura verso il ventisettesimo o il ventottesimo giorno indica che il ciclo sta per arrivare.

Gli stick dell’ovulazione

Come saprete, sono utili per individuare i giorni fertili. In che modo? Rilevano nelle urine le modificazioni ormonali associate all’ovulazione. La somiglianza con i test di gravidanza è tanta.

Quando la concentrazione dell’Lh arriva a determinati livelli, sullo stick appare un simbolo, che può essere diverso a seconda del tipo di test; in genere però è una striscia colorata. Sono questi i giorni in cui andrebbero aumentati i rapporti sessuali.

L’attendibilità è del 99%, ma è sempre meglio sfruttare le prime urine della giornata ricordando di non bere troppo nelle ore precedenti il sonno: l’obiettivo, infatti, è avere urine molto concentrate. Si possono usare 3-4 giorni prima della data in cui si prevede dovrà arrivare l’ovulazione e va fatto per alcuni giorni di seguito fino a quando l’esito è positivo. Soprattutto per le donne più avanti con gli anni, bisogna sottolineare che sono possibili anche cicli senza ovulazione, quindi un test positivo di fatto in questo caso si auto-invalida.

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