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La sesta malattia è una malattia infettiva che colpisce esclusivamente i bimbi tra i 6 mesi e i due anni di età. Chiamata anche roseola, roseola infantum, esantema critico, esantema subitum o febbre dei tre giorni, si definisce “sesta” perché è considerata come la sesta malattia che si manifesta nell’infanzia dopo morbillo, scarlattina, rosolia, morbo di Dukes (o quarta malattia) ed eritema infettivo (o quinta malattia). È anch’essa, dunque, una malattia esantematica.
Sesta malattia bambini: quando si parla di malattie dei bimbi, è normale che i genitori si allarmino un po’. Per questo motivo, abbiamo deciso di fare un po’ di chiarezza sull’argomento, vedendo insieme i diversi aspetti che caratterizzano la sesta malattia.
Sesta malattia, i sintomi
Sesta malattia contagio – Per poter parlare di sesta malattia sintomi, è bene prima spiegare come avviene il contagio. La trasmissione avviene per via rinofaringea, con starnuti o tosse, e penetra attraverso le vie aeree superiori o la congiuntiva. A causare la sesta malattia è l’Herpes Virus umano di tipo 6B (HHV6B). A proposito di sesta malattia incubazione, è utile sapere che il periodo di incubazione dura in media circa 9 giorni e che può andare dai 5 ai 15 giorni.
Passando ai sintomi, il periodo pre esantematico include:
- febbre elevata, in genere sui 39-41 °C
- malessere generale
- raffreddore
- arrossamento del faringe con mal di gola
- presenza di piccole vescicole sui pilastri tonsillari
- congiuntivite
- irritabilità
- talvolta vomito o diarrea.
Compare inoltre una linfoadenopatia diffusa alle catene occipitali, latero-cervicali e retroauricolari. A volte si manifesta anche una meningite di lieve entità ed è frequente il meningismo con tensione delle fontanelle e con possibili convulsioni febbrili.
Periodo esantematico: dopo 3-5 giorni si manifesta un esantema morbilli-rubeoliforme che interessa il tronco e il collo e si diffonde poi al viso e alle estremità, scomparendo rapidamente nell’arco di 24-48 ore senza desquamazione. Negli ultimi giorni della malattia si possono avere dolori muscolari e articolari.
Sesta malattia nei bambini
Sesta malattia bambini: come abbiamo spiegato, stiamo parlando di una malattia che colpisce bimbi di età compresa tra i sei mesi e i due anni. Per quanto riguarda sesta malattia bambini sintomi, potete fare riferimento al precedente paragrafo, dove abbiamo approfondito i sintomi del periodo pre esantematico ed esantematico.
Sesta malattia negli adulti
È raro, ma non impossibile che la sesta malattia colpisca anche soggetti diversi dai bimbi. Per quanto riguarda le tematiche sesta malattia adulti e sesta malattia contagio adulti, è bene sapere che quando l’Herpes Virus di tipo 6 infetta l’adulto, i sintomi sono decisamente più pesanti e che le probabilità di insorgenza aumentano quanto il soggetto è affetto dai AIDS, ha subito un recente trapianto d’organo o, in generale, risulta immunodepresso.
I sintomi sesta malattia adulti, comunque, sono quelli dei quali abbiamo già parlato, tra i quali rientrano irritabilità, congiuntivite, vomito, diarrea e nausea. Non è raro che venga riscontrata al paziente anche una linfoadenopatia diffusa.
Sesta malattia in gravidanza
In caso di sesta malattia gravidanza, come nei casi di tutte le infezioni virali, implica potenziali rischi di aborto e malformazioni per il feto. Si tratta, in generale, di rischi statisticamente irrilevanti rispetto ad altre malattie più pericolose nei 9 mesi, come la rosolia e il citomegalovirus.
Dopo un periodo di incubazione che dura circa due settimane, insorge la febbre molto alta. Quando cala, compaiono le caratteristiche macchioline rosse e lo sfogo esantematico dura circa 24 ore. I bimbi ammalati sono molto contagiosi nella fase febbrile e comunque fino alla scomparsa dell’esantema.
Sesta malattia, cura
Per quanto riguarda l’argomento sesta malattia cura, non esiste un vaccino da fare in via preventiva e la terapia è solo di supporto. Da scartare una copertura antibiotica blanda, che è comunque consierata utile solo ed esclusivamente nel caso in cui si debbano affrontare eventuali complicazioni all’apparato respiratorio, per scongiurare le quali bastano una serie di semplici accorgimenti (evitare correnti d’aria e ossigenare l’ambiente).
Vanno somministrati antifebbrili solo se il bimbo è sintomatico: in questo caso si può ricorrere a paracetamolo per via orale (in base all’età, con una distanza minima di somministrazione di tre ore) o sciroppo di ibuprofene (in base al peso, con una distanza minima di somministrazione di 8 ore, 4 ore dal paracetamolo). Il bimbo va tenuto ben idratato. In caso di convulsioni febbrili non si utilizzano anticonvulsivanti: se disponibile, si può somministrare diazepam 0.8 mg/kg per via rettale e portare il bambino al pronto soccorso più vicino, per escludere cause non benigne di convulsioni (peraltro rare).
Le precedenti indicazioni hanno uno scopo puramente informativo e non sostituiscono in alcun caso il parere di un medico.