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Il lockdown di queste settimane ci ha insegnato tante cose, tra cui che il lavoro da casa non è esente da criticità. Soprattutto per chi ha dei bambini lo smart working presenta notevoli difficoltà di cui è fondamentale tenere conto. Pianti e richieste durante una call con il proprio capo, pianti tra fratelli mentre è in corso una videochiamata con i colleghi, la concentrazione che stenta a consolidarsi e uno stress psicologico ed emotivo che cresce a dismisura.
Certo, la quarantena ha provocato problemi a tutti, nessuno escluso e la possibilità di aver potuto lavorare (e continuare a farlo) da casa, è sicuramente un privilegio. Ma non per questo non si devono registrare pesanti difficoltà. È quindi doveroso affrontare il rapporto tra smart working e bambini andando a individuare i maggiori problemi e a formulare parallelamente qualche ipotesi di soluzione.
Non esistono cure miracolose o formule magiche anche perché molto dipende dal tipo di lavoro, dal numero e l’età dei propri figli, dalla grandezza della casa e dal numero di persone adulte che la abitano. Ognuno di questi aspetti incide profondamente sulla gestione dei bambini durante lo smart working, ma è possibile comunque tracciare delle considerazioni generali.
Consigli utili per gestire i bambini durante lo smart working
Qualcosa è cambiato e continuerà a farlo
Il primo aspetto da sottolineare è quello relativo al cambiamento. Che non è solo quello che è ora alle spalle, ma anche quello del futuro. Non sappiamo come evolveranno le cose e quali condizioni si verranno a creare; è quindi fondamentale riuscire ad avere una certa flessibilità. Anche in termini di smart working e bambini. Certo, non tutti i lavori possono essere svolti da casa, ma è fondamentale resistere a una realtà nuova e in quanto tale diversa e per lo più sconosciuta.
Un consiglio importante è quello di creare delle abitudini e regolare la propria giornata. Lo smart working non è “lavoro quando mi sveglio”, in quanto ci sono sempre orari, appuntamenti e scadenze da rispettare. Per non rendere il tutto ancora più caotico, è fondamentale stabilire una disciplina che coinvolga non solo il lavoro, ma anche i propri bambini.
Tenere i bambini impegnati
Qui entriamo un po’ nel cuore del problema del rapporto tra smart working e bambini, ovvero l’occupazione dei più piccoli. Una reazione potrebbe essere quella di lasciare i bambini davanti alla televisione o ai social network; almeno così non disturbano, si divertono e le giornate passano abbastanza regolarmente per tutti. La realtà è più complicata e può tornare utile quanto sottolineato dai pediatri italiani che denunciano: “L’errore che i genitori in questo momento non devono commettere è sovraccaricare di compiti i propri figli per tenerli impegnati. Ci pensano gli insegnanti ad assegnare i compiti a casa e ognuno deve rispettare il proprio ruolo. I bambini stanno male per questi continui atteggiamenti richiestivi da parte dei genitori che creano danni enormi”
Bisogna trovare un equilibrio che passa tra gli estremi di bambini annoiati e bambini schiavi degli impegni. Con l’organizzazione familiare, magari avvalendosi dell’aiuto del proprio partner, è necessario trovare attività da far fare ai bambini. Magari diversificandole nel corso della giornata e consentendo loro anche di riposare o giocare liberamente. Per questo si possono organizzare dei piccoli eventi, disporre la cameretta in modo che possano avere tutto a disposizione per poter trascorrere liberamente il proprio tempo.
Spazi e tempi per il lavoro
Come conseguenza della creazione di nuove abitudini di cui abbiamo già parlato, l’altro aspetto urgente è quello di regolamentare sia gli spazi che i tempi del lavoro. Poter contare su una postazione di lavoro fissa, per quanto il notebook resta lo strumento principe dello smart working, aiuta a sviluppare una regolarità che mantiene alta la concentrazione e la produttività. Munisciti di ciò che hai bisogno e che ti è indispensabile; sistema lo spazio di lavoro in una posizione comoda, ben illuminata e dotata delle prese elettriche necessarie. Un consiglio è anche quello di analizzare qual è la zona della casa dove prende meglio il segnale sia telefonico che della connessione WiFi e posizionare lì la propria postazione.
Sul discorso tempi bisogna ricordare sempre come la vita non sia il proprio lavoro e un’eccessiva sovrapposizione di queste due sfere riesca di essere nociva per entrambe. Una tendenza riscontrata nelle settimane di lockdown è quella di riduzione della cognizione temporale, ritrovandosi a lavorare per parecchie ore anche perché privi di altre attività da fare. Chi lavora in smart working e ha dei bambini deve stare ancora più attento e mantenere una sana e netta distinzione tra le due aree della vita, dedicando il tempo necessario alla crescita dei propri bambini.
Una pausa per grandi e bambini
Anche in virtù di quanto appena detto è utile sottolineare la necessità di prendersi una pausa. Dal lavoro, ma anche dallo studio o dal gioco. Fare la stessa cosa per troppe ore continuamente rischia di logorare quell’attività, anche fosse la più divertente. È necessario sforzarsi, ma è un sacrificio che paga, sia nel breve che nel lungo termine. E una pausa dallo smart working può essere il momento ottimale per stare con i propri bambini e capire se hanno bisogno di qualcosa.
Il lavoro non è tutto
Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: il lavoro non è e non può essere tutto. Può essere un’affermazione stonata in un ennesimo periodo di crisi economica e occupazionale, ma è un principio che deve essere ribadito. Innanzitutto per la tutela dei più fragili, in questo caso i bambini, ma anche di sé stessi. Le energie di cui si dispone non sono illimitate e bisogna saperle gestire con parsimonia e cura. Le energie si consumano, non raddoppiano e non si può dare la stessa cura al lavoro e ai bambini. Bisogna trovare un equilibrio, che non necessariamente è una via di mezzo e che non deve portare a ignorare l’unicità del momento. Questo significa che anche i bambini percepiscono le difficoltà di questo periodo storico, pur senza capirle, e hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a crescere, a vivere la loro vita e a costruire il loro futuro. Sia che si tratti di bambini che di ragazzi più grandi.